CAPITELLO DELLA CHIMERA
controfascia, semipilastro sinistro



Il grosso animale poggiante su una corona di foglie d'acanto, dalla testa volta all'indietro e dalle cui fauci escono quelle che si trasformano nelle volute ioniche del capitello, è stato identificato con un orso (Gandolfo 2003) o con la mitica chimera (Valente Moretti, 2004, seguito dalla Fornasari, 2005). In realtà vi sono elementi a favore e contrari a entrambe le ipotesi: la lavorazione del corpo e la sua robustezza suggeriscono infatti la pelliccia e la mole di un orso, ma non la forma della coda; in quanto alla chimera, questa creatura deriva il suo nome dal greco khìmaira (capra), ed è descritta così da Omero (Iliade, VI, 180-184, trad. di V. Monti):

Era il mostro di origine divina,
leone la testa, il petto capra, e drago
la coda; e dalla bocca orrende vampe
vomitava di foco: e nondimeno,
col favor degli Dei, l'eroe la spense.

Nella maggior parte dei casi la chimera è raffigurata con una testa di capra sul dorso, come nel famosissimo bronzo etrusco, e per alcuni il morso della sua coda era velenoso. Fu uccisa da Bellerofonte ("l'eroe" omerico) che la attaccò in groppa al cavallo alato Pegaso.
Come si vede, dunque, la creatura scolpita sul capitello non può essere identificata con certezza con la chimera: le volute che si formano dalle sue fauci potrebbero anche simboleggiare le fiamme, ma non c'è traccia di una testa o un corpo di capra; in compenso, sembra possedere una coda bipartita la cui estremità più corta, che termina quasi a punta di lancia, sale sopra la schiena e si volge verso sinistra, mentre la più lunga si attorciglia alle zampe anteriori; ma la zona è interessata da un'erosione della superficie, e la parte attorcigliata e quella a punta di lancia potrebbero trattarsi invece di un tutt'uno. La testa volta all'indietro può avere un significato sia simbolico, dato che guarda verso chi entra nella chiesa, che dettato più probabilmente da necessità estetiche e di simmetria (la formazione delle due volute che nascono al centro del capitello).
Se l'animale è un orso il suo significato in senso cristiano è ambivalente: può rappresentare il male, la crudeltà, l'avidità, ma anche la resurrezione e il potere di rigenerazione e trasformazione del cristianesimo sui pagani, perché in primavera esce dalla grotta dopo il letargo con il piccolo nato da poco; se si tratta della chimera ha anch'essa un doppio significato, il male sconfitto (in questo caso da Dio) e le stagioni simboleggiate dalla sua triplice natura: l'estate nella forza del leone, l'inverno nel serpente come simbolo della terra e dell'oscurità, l'autunno e la primavera nel passaggio, la transizione, simboleggiati dalla capra. Si tratterebbe quindi di una delle tante simbologie pagane rivestite di significato cristiano che accrescono il fascino della pieve di Gropina.
Il Gandolfo (2003) attribuisce il capitello a un lapicida attivo nella prima fase dei lavori, confrontando la corona di foglie d'acanto con quelle di alcuni capitelli della zona absidale, secondo lo studioso costruita prima di demolire la chiesa preesistente.


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