SPECCHIATURA DELLA FONTE DELLA VITA
Nell’ultimo pannello a sinistra sono scolpiti elementi a prima vista scollegati tra loro: in basso a sinistra quella che sembra una fontana affiancata da un uccello e da un altro animale dalle forme più incerte e stilizzate; in alto un fiore a cinque petali in un tondo sovrastato da un motivo a spirale, mentre la parte destra è occupata da quattro grandi tondi con elementi floreali (i due più in basso) e romboidali (gli altri due). La raffigurazione in basso a sinistra potrebbe essere interpretata come la fonte della vita, un motivo iconografico di origine mediorientale introdotto per la prima volta nell'arte dell'Occidente nell'evangeliario carolingio di Godescalco, commissionato al miniatore da Carlo Magno dopo il viaggio a Roma del 781: una fontana affiancata da due animali, in genere uccelli o cervi, che vi si abbeverano; nel simbolismo cristiano rappresenta l'anima che attraverso la Parola di Dio attinge la salvezza, un significato che si lega agli altri pannelli del pulpito. I quattro tondi sulla destra sono interpretati dalla Fornasari (2005) come legati forse alla dottrina quaternaria applicata allo schema dei cinque cerchi, essendo il quinto elemento (la spirale) scolpito in alto sopra la fontana; questo non spiegherebbe la presenza del tondo sottostante con il fiore a cinque petali, se non considerandolo come una summa dei cinque cerchi. Rispetto alla fonte i tondi sono troppo grandi per essere considerati forse solo elementi decorativi, anche se nella scultura longobarda non è raro che motivi secondari occupino uno spazio piuttosto rilevante; bisogna inoltre tenere conto del fatto che il pulpito potrebbe essere stato riassemblato con le specchiature in ordine diverso da quello originario.