SPECCHIATURA DEL SERAFINO



Il pannello successivo a sinistra raffigura un serafino che occupa quasi completamente lo spazio, affiancato in alto da due grifoni e in basso da due piccoli
Agnus Dei; motivi vegetali e a spirale riempiono i pochi spazi vuoti, secondo un horror vacui di gusto tipicamente longobardo. Anche il rilievo molto basso, come abbiamo visto, è un carattere distintivo di quest'arte che con gli studi più recenti ha acquistato un significato di carattere storico più che etnico, in cui sono comprese quelle opere che, come il pulpito di Gropina, vengono realizzate anche dopo l'effettiva caduta del regno longobardo nel 774. Questo grande serafino di cui sono eccezionalmente visibili anche mani e piedi rappresenta l'amore divino, ma anche il fervore della devozione: i serafini sono i più puri degli angeli, i più vicini al trono di Dio dei nove cori angelici e sono facilmente riconoscibili per le tre paia di ali; così vengono descritti da Isaia nella sua visione del trono del Signore: "Ognuno aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava" (Libro del profeta Isaia, 6, 2). L'Agnus Dei è il simbolo del Cristo, mentre la valenza dei due grifoni in questo pannello ha dato luogo a letture diverse: guardiani o sorveglianti per don Valente Moretti (2004) oppure la doppia natura di Dio, umana e divina, ipotesi seguita dalla Fornasari (2005). Il grifone è una creatura fantastica dalla testa e gli artigli di aquila e dal corpo di leone, in araldica senza ali; combina in sé i poteri di questi due animali e ha funzioni di vigilanza in quanto guardiano di tesori, ma in senso cristiano simboleggia il male, la persecuzione, anche il diavolo che porta via le anime dannate; solo più tardi, con Dante, diverrà lo specchio della doppia natura del Cristo e del ruolo del papa detentore del potere temporale e spirituale. Nel pannello di Gropina, quindi, i grifoni potrebbero mantenere una valenza negativa opposta alla purezza del serafino a cui l'uomo deve guardare per raggiungere la salvezza; la posizione affiancata dei grifoni rampanti, come quella dei serpenti nella specchiatura con l'uomo e la sirena, potrebbe forse avere lo stesso significato di insidia, con in più quello di persecutori dei cristiani legato ai grifoni: nel paliotto di Sigualdo (VIII secolo) due uccelli che recano un grappolo d'uva nel becco posano le zampe sulle ali di due grifoni, alludendo forse all'Eucarestia (l'uva) che sconfigge il peccato (i grifoni).


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