Nota sul restauro
Pieve di S. Pietro
Proprietà, ecclesiastica
Bibliografia - E. Repetti, Op. cit., vol. II, pp 518-20; G. Manneschi, Notizie storiche sul comune di Loro Ciuffenna, 1921; M. Salmi, Rivista d'arte, XXIX, 1954, pp. 17-41; M. Salmi, Chiese Romaniche della Toscana, Electa, Milano, 1961, pp. 33-34; D. Bacci, Antichità del tempio di S. Pietro a Gropina, Firenze, 1969; M. Salmi, Civiltà artistica della terra Aretina, Novara, 1971, p. 51; A. Secchi, Arte nell'aretino, Edam, 1974, pp. 175-176; S. Del Vita, La Pieve di S. Pietro a Gropina, Arezzo, 1975; A. Pocciarelli, La Pieve di Gropina, Ediz. Badiali, Arezzo, 1976.
L'austera e grandiosa Pieve di S. Pietro a Gropina da « annoverarsi fra i templi più vetusti del cristianesimo conservati in Toscana » (E. Repetti), per la sua pregevole architettura che il Salmi fa risalire fra la seconda metà del XII secolo ed i primi decenni del successivo, per la plasticità dei pregevoli capitelli che ornano le colonne interne, per l'armoniosa abside del tardo XII secolo animata all'esterno da lesene e inghirlandata da una loggia aperta, e non ultimo per il suo ambone, unico superstite nella terra aretina, è stata più volte oggetto di interesse da parte di insigni studiosi d'architettura e d'arte.
Ma la sua storia che fonda le origini nella leggenda e che solo pochi documenti facevano risalire a prima del Mille, si è arricchita di nuovi ed interessanti elementi in seguito al restauro di risanamento subito dall'edificio negli anni 1968-71 a cura del Soprintendente Arch. Albino Secchi.
In tale intervento sono state messe in luce numerose strutture, rinvenute al di sotto dell’attuale piano di calpestio, che individuano l'esistenza di un edificio di culto risalente all’VIII Secolo costruito su di un altro edificio monoabsidato di dimensioni più ridotte, ed altre testimonianze che fanno supporre l'esistenza di un più antico insediamento riconducibile al periodo classico.
Le complesse e molteplici trasformazioni subite dalla chiesa oggi sono quindi ricostruibili anche attraverso un’attenta lettura delle strutture rinvenute (A. Secchi).
Successivamente negli anni '75-76 sono stati attuati altri interventi di risanamento per ovviare alle copiose infiltrazioni di acqua piovana che, questa volta, penetravano dalle coperture pregiudicando la stabilità delle strutture lignee a sostegno del tetto.
L'intervento rivolto al solo restauro conservativo ha coinvolto le coperture delle navate laterali e parte di quella centrale. Si è resa necessaria la remozione del materiale degradato del manto di copertura, del sottomanto e della struttura lignea e la sostituzione con altro materiale uguale per forma e dimensione. Un manto impermeabilizzante e un idoneo sistema di raccolta e deflusso delle acque piovane hanno infine completato l’opera.
Progettazione e direzione lavori; Arch. C. Corsi Miraglia; Assistente: F, Ciabatti (1975), L. Stefanini (1976); impresa edile: G. Perini, Chitignano (AR) (1975), S. Santesi, Pian di Scò (AR) (1976).
C.C.M.